Il colore della magia by Terry Pratchett

Il colore della magia by Terry Pratchett

autore:Terry Pratchett [Pratchett, Terry]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Fantasy
editore: Mondadori
pubblicato: 1989-04-23T16:00:00+00:00


VICINO AL BORDO

C’era voluto molto tempo per costruirlo. Adesso era quasi completo e gli schiavi toglievano a colpi di scalpello gli ultimi resti di argilla del manto.

Là dove altri schiavi strofinavano alacremente i suoi fianchi di metallo con l’argento, cominciava già a brillare nel sole con la serica lucentezza propria del bronzo nuovo. Era ancora caldo, anche dopo essere rimasto per una settimana a raffreddarsi nella fossa di colata. L’Arciastronomo di Krull fece un gesto con la mano e i portatori deposero il suo trono all’ombra dello scafo.

“Come un pesce” pensò. “Un grande pesce volante. E di quali mari?”

— È davvero magnifico — bisbigliò. — Una vera opera d’arte.

— È frutto di abile mestiere — disse l’uomo tarchiato al suo fianco. L’Arciastronomo si voltò lentamente a fissare il suo volto impassibile. Non è difficile per un volto sembrare impassibile quando al posto degli occhi ci sono due globi d’oro. Che brillavano in modo sconcertante.

— Davvero un abile mestiere — sorrise l’astronomo. — Ritengo che non ci sia un artigiano più abile di te in tutto il Disco, Occhiodoro. Ho ragione?

L’artigiano non rispose subito. Il suo corpo nudo (nudo, se non fosse stato per una cintura con gli arnesi, un pallottoliere da polso e una marcata abbronzatura) si irrigidì mentre ponderava sulle implicazioni di quella osservazione. I suoi occhi d’oro sembravano guardare in un altro mondo.

— La risposta è sì e no — disse alla fine. Alcuni degli astronomi minori che si tenevano dietro il trono trattennero il fiato a quella mancanza di etichetta, ma l’Arciastronomo sembrò non notarla.

— Continua — lo incoraggiò.

— Io manco di certe capacità essenziali. Eppure sono Occhiodoro Manodargento Dactylos. Ho fatto i Guerrieri Metallici a guardia della Tomba di Pitchiu, ho disegnato i Bacini Luminosi del Grande Nef, ho costruito il Palazzo dei Sette Deserti. E tuttavia… — Si batté un dito su uno degli occhi, che risuonò debolmente. — Quando ho costruito l’esercito di automi per Pitchiu, lui prima mi ha ricoperto d’oro e poi, per impedirmi di creare un’altra opera che rivaleggiasse con la sua, mi ha fatto cavare gli occhi.

— Saggio ma crudele da parte sua — affermò con simpatia l’Arciastronomo.

— Già. Così ho imparato a udire la tempra dei metalli e a vedere con le mie dita. Ho imparato a distinguere i minerali al tatto e all’odorato. Mi sono fatto questi occhi, ma non sono riuscito a fare in modo che vedessero.

“Più tardi sono stato chiamato a costruire il Palazzo dei Sette Deserti e, come risultato, l’Emiro mi ha ricoperto d’argento e poi mi ha fatto tagliare la mano destra, cosa che non mi ha del tutto colto di sorpresa”

— Un serio impedimento nel tuo mestiere — dichiarò l’Arciastronomo.

— Ho usato un po’ dell’argento per farmi questa nuova mano, servendomi della mia conoscenza senza pari delle leve e dei fulcri. Ed è stato sufficiente. Dopo avere creato il primo grande Bacino Luminoso, della capacità di cinquantamila ore-luce, i consessi tribali nel Nef mi hanno ricompensato con della seta bellissima e poi mi hanno azzoppato per impedirmi di scappare.



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